Il Progetto di Vita
Il Progetto di Vita è uno strumento fondamentale per garantire alle persone con disabilità un percorso personalizzato di crescita, autonomia e inclusione sociale, nel pieno rispetto dei loro desideri, bisogni, capacità e potenzialità.
Si tratta di un piano integrato e individuale, costruito insieme alla persona e alla sua famiglia, che coinvolge tutti gli attori istituzionali e della comunità.
Il concetto di progetto di vita è stato introdotto per la prima volta a livello normativo con la Legge 328/2000, e oggi è rafforzato e ridefinito dalla Legge Delega n. 227/2021, che punta a riformare in modo organico le politiche sulla disabilità in Italia.
1. Legge 328/2000 – Articolo 14
“Per le persone disabili, in particolare per quelle con disabilità grave, i Comuni, d'intesa con le ASL e previa valutazione multidimensionale, predispongono un progetto individuale di assistenza.”
Questa legge prevede che i Comuni, insieme alle ASL, costruiscano un progetto personalizzato che comprenda interventi sanitari, sociali, educativi, riabilitativi, lavorativi e ricreativi, con il coinvolgimento diretto della persona disabile e della sua famiglia.
2. Legge Delega 227/2021 – Riforma della disabilità
Approvata il 22 dicembre 2021, questa legge nasce per dare piena attuazione alla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, e ridefinisce il Progetto di Vita come lo strumento cardine per promuovere l’autodeterminazione, la partecipazione attiva e l’inclusione piena della persona con disabilità in tutti gli ambiti della vita.
La legge delega introduce:
- Un sistema unificato di valutazione multidimensionale;
- La costruzione di un Progetto di Vita personalizzato e partecipato;
- La semplificazione delle procedure amministrative;
- Il coinvolgimento effettivo della persona in tutte le scelte che la riguardano.
Attualmente, i decreti attuativi della Legge 227 sono in fase di definizione, ma rappresentano un passaggio cruciale verso un sistema più inclusivo e centrato sulla persona.
Un Progetto di Vita efficace deve essere:
- Personalizzato: costruito su misura in base ai desideri, alle aspirazioni e alle esigenze della persona.
- Partecipato: elaborato con il coinvolgimento diretto della persona, della famiglia e dei servizi.
- Integrato: comprende interventi coordinati nei settori della salute, dell’istruzione, del lavoro, dell’abitare, del tempo libero, delle relazioni.
- Dinamico: aggiornato nel tempo in base all’evoluzione della situazione personale, sociale e sanitaria.
- Basato sulla valutazione multidimensionale: eseguita da un'équipe interdisciplinare che considera tutti gli aspetti della vita della persona.
Chi è coinvolto nel progetto di Vita?
- La persona con disabilità, che deve essere al centro del progetto, con il diritto di esprimere le proprie preferenze.
- La famiglia o il caregiver, con un ruolo di supporto attivo.
- I servizi sociali e sanitari, che devono collaborare alla costruzione e all'attuazione del piano.
- La scuola, il mondo del lavoro, il terzo settore, che possono contribuire con opportunità concrete di inclusione.
Nonostante l’importanza e il valore del Progetto di Vita personalizzato, nella pratica quotidiana si riscontrano ancora numerose difficoltà. Una delle principali riguarda l’attuazione disomogenea sul territorio nazionale: a seconda della Regione o del Comune di residenza, una persona con disabilità può ricevere un supporto molto diverso, sia in termini di qualità che di tempestività.
Un altro nodo critico è rappresentato dalla difficoltà nel creare reti realmente integrate tra tutti gli attori coinvolti: servizi sociali, sanitari, educativi, scuole, enti del terzo settore. Troppo spesso questi mondi agiscono in modo separato, e la mancanza di coordinamento ricade proprio sulla persona e sulla sua famiglia, che si trovano a dover “navigare” tra interlocutori diversi senza una guida chiara.
In molti territori si rileva anche una carenza di risorse, sia economiche che umane. Mancano professionisti formati e dedicati a seguire con continuità i progetti individuali, e questo rende difficile garantire risposte adeguate e tempestive.
Infine, c’è una necessità urgente di formazione per tutto il personale coinvolto nella valutazione multidimensionale: solo con competenze aggiornate, uno sguardo davvero centrato sulla persona e una visione condivisa è possibile costruire progetti di vita autentici, concreti e sostenibili.